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Chiamiamole pure “prospettive impossibili” quelle che l’architetto iracheno        distorsione, frammentazione o rivoluzione è una traccia, che inspessisce
naturalizzato inglese - prima donna nella storia del Nobel dell’architettura       progetti in apparenza più formali che sostanziali, dalla Vitra Fire Station di
ad aggiudicarsi il premio Pritzker nel 2004 – era solita affidare al foglio da     Weil am Rhein del 1993 al Maxxi di Roma. Conosciuta nel mondo dell’ar-
disegno, nel lento e meticoloso processo di dare forma al progetto. Perché         chitettura come la “regina delle curve”, per l’inconfondibile dinamismo del-
che siano finite, in costruzione o mai realizzate, le opere di Zaha Hadid si       le forme applicato alle sue costruzioni, imponenti e leggere al tempo stesso,
raccontano attraverso schizzi, disegni tecnici e modelli, raccolti per volontà     Zaha Hadid nasce a Baghdad, studia a Beirut e poi a Londra, la sua seconda
della Fondazione Berengo nella prima grande retrospettiva destinata a ce-          casa, da cui prenderà il via un’inarrestabile carriera che la porterà a firma-
lebrare i trentacinque anni di carriera della Signora dell’architettura, scom-     re progetti ai quattro angoli del globo. Come la recentissima Port House
parsa lo scorso marzo. Nelle sale di Palazzo Franchetti, suggestiva residenza      appena inaugurata ad Anversa: una struttura di vetro dall’anima d’acciaio,
affacciata sul Canal Grande, sono così i “grandi dipinti architettonici” a         frutto del recupero della vecchia caserma dei Vigili del fuoco cui si affian-
svelare l’opera dello studio ZHA, in una connessione ideale con la Biennale        ca un nuovo avveniristico edificio, il tutto destinato a ospitare i dipendenti
di Architettura, ospitata nella città lagunare. Fortemente ispirati a Malevi-      dell’autorità portuale. Già ribattezzato l’edificio diamante, se non altro per
tch e all’avanguardia russa, i disegni seguono il filo della sperimentazione e     il vivere di luce riflessa, la Port House è destinata a dominare lo skyline della
dell’inesauribile ricerca del team di progettazione, insistendo sull’importan-     città ridefinendo l’anima del quartiere `T Eilandje, nel segno e sulle tracce
za della stratificazione che si viene a creare sul foglio da disegno. Perché ogni  (visibili) dell’archistar del sogno capace lei sì della rivoluzione.

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